24 Ottobre 2017
Prenderà vita a Toronto la prima Smart City, la “Città intelligente” e sarà finanziata dal colosso Google.
Vorreste poter uscire in giardino durante una tempesta senza bagnarvi e prendere freddo? A Quayside sarà possibile!
Il progetto di Google è quello di far incontrare innovazione e sostenibilità, partendo da una diretta partecipazione civica dei residenti. Partirà a novembre e verranno investiti 50 milioni di dollari. Alla base, l’idea di poter gestire una società sfruttando al massimo le potenzialità di internet.
La riqualificazione dell’area Eastern Waterfront di Toronto è stato il pretesto giusto per provare a lanciare il progetto futuristico. E infatti a vincere il concorso indetto è stata proprio la Sidewalk Labs consociata di Google.
Inutile dire che il wi-fi sarà raggiungibile ovunque e il quartiere sarà gestito come la rete internet. Gli abitanti avranno un account con cui accedere ad ogni servizio e il tutto sarà regolato da sensori che raccoglieranno dati in continuazione. Dunque il quartiere sarà progettato in moda tale da poter sfruttare al meglio tutta la potenzialità di internet.
“Taxibots” e “vanbots” elettrici senza guidatore, su corsie opposte per non intralciare la viabilità. Ampio spazio a bici e pedoni più che a macchine. Gli edifici saranno a base modulare e costruiti con nuovi materiali facilmente modificabili in base alle necessità. Luci dei semafori in grado di riconoscere la presenza di un pedone e robot per le consegne che si muovono in tunnel sotterranei. Il colosso della Silicon Valley ha pensato davvero a tutto.
Non solo, la Sidewalk Labs assicura anche un abbassamento delle emissioni di gas serra del 73% e di ridurre del 65% il consumo di acqua potabile. Il cittadino verrà coinvolto in ogni scelta effettuata nel quartiere grazie a dei continui feedback. I sensori infatti raccoglieranno i dati sull’uso di tutte le strutture per adeguarle se non funzionano.
Etic Schmidt, presidente di Google, durante la presentazione del progetto ha affermato:
“Dal nostro punto di vista non è un’attività casuale: è l’apice di 10 anni di lavoro su come la tecnologia può aiutare la vita tutti i giorni. Abbiamo iniziato a pensare a tutte le cose che avremmo potuto fare se qualcuno ci avesse dato una città e ci avesse messo al comando”.
Ma sicuramente l’idea più sorprendente e futuristica riguarda il “controllo” degli agenti atmosferici. Il clima infatti sarà collegato all’intelligenza artificiale per garantire il massimo confort al cittadino anche sotto questo aspetto: schermi per il vento e per la pioggia quando necessari, e sistemi di riscaldamento che permetteranno di poter uscire all’aperto anche durante una tempesta.
Una “Città intelligente” e iperconnessa probabilmente rischia di trasformarsi in uno schiaccia sassi per quanto riguarda i diritti sulla privacy. È nota infatti l’invasività di internet nella nostra vita di tutti i giorni, la grande mole di dati che raccoglie il web e il tracciamento dei nostri spostamenti virtuali. A causa di ciò siamo bombardati da un’enorme mole di pubblicità mirata e ideata per essere efficiente su di noi.
Ecco, in una “Città intelligente” perennemente sommersa da sensori che raccolgono dati, sembrerebbe cosa certa la perdita della privacy con tutto ciò che ne comporta. Ma se già in una società governata da uno stato democratico si fatica a mantenere un minimo di eticità e quindi di rispetto del cittadino e dei suoi diritti, come potrebbe presentarsi una società in mano a una corporazione privata?
Per ora il progetto è in fase sperimentale, se dovesse però portare a buoni risultati, il sindaco di Toronto, Justin Trudeau, ha già dichiarato di essere disposto ad estendere l’idea su tutta la città.
Ai posteri l’ardua sentenza.