28 Maggio 2019
I ricercatori statunitensi del DOE “Dipartimento dell’Energia del Lawrence Berkeley National Laboratory” hanno annunciato di aver creato una particolare plastica riciclabile che si può utilizzare all’infinito senza che perda qualità e caratteristiche.
Questa potrebbe essere una notizia rivoluzionaria per il mondo dell’ecologia (e non solo). La plastica tradizionale, infatti, contiene vari additivi come coloranti, riempitivi o ritardanti di fiamma, e proprio per questo motivo pochissime materie plastiche possono essere riciclate senza perdita di prestazioni o di estetica.
Si chiama PDK questo nuovo materiale rivoluzionario che sta per poli-diketoenamina, è un tipo di vitrimero, una classe di materie plastiche che deriva da polimeri termoindurenti, ottimizzata tramite processi chimici complessi. La sua peculiarità è di avere catene polimeriche tenute insieme da speciali legami chimici, che per essere rotti richiedono molta meno energia rispetto alle plastiche tradizionali.
La maggior parte dei materiali plastici è costituita da grandi molecole chiamate polimeri, composti da una serie di agglomerati a base di carbonio più piccoli detti monomeri. Le sostanze chimiche aggiunte alla plastica per garantire le svariate caratteristiche che la rendono largamente utilizzabile (come i riempitivi che la rendono dura o i plastificanti che le donano flessibilità) si legano ai monomeri e vi rimangono adesi anche dopo il processo meccanico di riciclo.
Gli impianti di riciclo, infatti, trattano grandi volumi di plastica con diverse caratteristiche (dura, flessibile, colorata, trasparente, etc.); il composto tritato viene poi fuso per ricreare nuovo materiale le cui caratteristiche, però, sono imprevedibili a causa della grande varietà di additivi chimici ancora presenti.
A differenza delle plastiche convenzionali, i monomeri di plastica PDK potrebbero essere recuperati e liberati da qualsiasi additivo composto semplicemente immergendo il materiale in una soluzione altamente acida. L’acido aiuta a rompere i legami tra i monomeri e li separa dagli additivi chimici che danno alla plastica il suo aspetto e la sua sensibilità.
Uno dei principali autori del progetto, Peter Christensen, ha affermato:
“La maggior parte delle materie plastiche non sono mai state fatte per essere riciclate. Ma abbiamo scoperto un nuovo modo di assemblare la plastica che prende in considerazione il riciclaggio da una prospettiva molecolare”
Brett Helms, scienziato dello staff della Molecular Foundry di Berkeley Lab e guida del progetto:
“Siamo in un punto critico in cui dobbiamo riflettere sui sistemi necessari per modernizzare le strutture di riciclaggio per il futuro smistamento e lavorazione dei rifiuti. Se queste strutture fossero progettate per riciclare o riciclare PDK e relative materie plastiche, saremmo in grado di deviare in modo più efficace la plastica dalle discariche e dagli oceani. Questo è un momento entusiasmante per iniziare a pensare a come progettare sia i materiali che le strutture di riciclaggio per consentire la plastica circolare”
Questo potrebbe essere uno dei passi più importanti verso l’Economia Circolare che, forse, potrebbe cominciare finalmente a sorridere.
Fonti
Per approfondire l’argomento consigliamo di consultare il sito del Lawrence Berkeley National Laboratory.