14 Ottobre 2022
Il cartongesso è sicuramente uno degli elementi più utilizzati in edilizia: economico, leggero, pulito, veloce da posare e smontare.
Ma una volta smontato, come si smaltisce? È riciclabile? Come bisogna comportarsi?
Procediamo con ordine e vediamo quali sono le corrette procedure per smaltire il cartongesso.
Il cartongesso non è altro che un pannello composto da un nucleo di gesso rinforzato compreso tra due fogli di un particolare tipo di cartone, solitamente di spessore tra i 9 e i 18 mm.
Ovviamente questo materiale non viene utilizzato, per così dire, nell’edilizia “portante” ma è impiegato soprattutto per controsoffitti, pareti divisori e contropareti, opere di abbellimento vario.
Esistono diverse tipologie di cartongesso:
Come abbiamo detto, il cartongesso è tanto veloce da posare quanto da smontare, ma come si procede per un corretto smaltimento?
Il cartongesso è un rifiuto speciale non pericoloso, pertanto, deve obbligatoriamente essere smaltito da un’azienda autorizzata. Inoltre, a differenza ad esempio delle macerie edili, non può essere conferito presso la piattaforma ecologica comunale, nemmeno in quantitativi ridotti.
È dunque necessario procedere con la classificazione e caratterizzazione del rifiuto – un onere che spetta appunto al produttore.
Ma cosa significano classificazione e caratterizzazione? E come bisognerebbe procedere?
La classificazione del rifiuto è un obbligo di legge al quale il produttore deve attenersi al fine di assegnare il codice EER idoneo. Molte voci dell'eleco europeo sono generiche e poco descrittive, al punto che lo stesso codice può essere correttamente assegnato a rifiuti estremamente diversi. Questo rende indispensabile la caratterizzazione, ossia la determinazione delle caratteristiche del rifiuto, realizzata con la raccolta delle informazioni necessarie per uno smaltimento finale in condizioni di sicurezza, l’individuazione di tutte le fasi di produzione del rifiuto, di movimentazione e di deposito. Per diversi rifiuti, l’analisi chimica è una delle fasi obbligatorie, senza la quale gli impianti non accettano il rifiuto.
Il codice EER del cartongesso è il 17 08 02 – materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01*. Si tratta di un codice EER definito “a specchio”, quindi rientra tra le tipologie di rifiuti obbligati a svolgere l’analisi.
Ovviamente queste operazioni non sono sempre così immediate per il produttore, la strada migliore, quella che ci sentiamo di consigliare vivamente, è di affidarsi ad un’azienda di smaltimento che assista il Cliente anche durante l’iter di classificazione.
Il confezionamento di un rifiuto è un aspetto molto importante per procedere ad un corretto smaltimento. Gli impianti, infatti, non accettano materiali raccolti in imballaggi non idonei – oltre ad essere illegale, in molti casi – pertanto bisogna prestare molta attenzione.
Quindi come confezionare il cartongesso? La risposta è abbastanza semplice in quanto non si tratta, come abbiamo visto, di un rifiuto pericoloso e non presenta particolari problematiche fisiche o di composizione.
Il cartongesso può essere raccolto in big bag semplici (diversi da quelli omologati che invece, devono essere utilizzati per i rifiuti pericolosi); oppure, per quantitativi nettamente superiori, in container.
Va da sé che se stiamo parlando di un cantiere vero e proprio, e non di una piccola ristrutturazione, la strada migliore sarà quella di contattare un’azienda ecologica specializzata prima che inizino i lavori e far posizionare subito un container. Le aziende esperte, sapranno stimare la giusta cubatura del container in funzione del quantitativo di cartongesso da raccogliere e valutare le eventuali problematiche logistiche.
Un aspetto da non sottovalutare è la “pulizia del materiale”; cosa significa? Ovviamente stiamo sempre parlando di rifiuti, ma è importante che nel container dedicato alla raccolta del cartongesso, venga inserito solo il cartongesso. Non le macerie, assolutamente non la lana minerale, non i bancali, non i mattoni, tegole, traversi, travertini e qualsiasi altro materiale che non sia cartongesso. È un fattore importante in quanto, per poter trattare e smaltire nella maniera corretta questo materiale, è necessario che sia completamente “pulito”. Molti impianti addebitato dei costi extra quando trovano altri rifiuti all’interno del cartongesso, fino ad arrivare anche alla respinta del carico, ossia una non accettazione del rifiuto all’interno dell’impianto con annessa comunicazione alla Provincia.
Quindi come procedere allo smaltimento? L’azienda specializzata che avrete scelto di norma si occupa anche della fornitura e del posizionamento del container e, una volta pieno, verrà a ritirarlo.
Ma il cartongesso è recuperabile? Sì, il cartongesso è uno scarto recuperabile. Molti impianti, tramite trattamenti meccanici riescono a dividerne i materiali avviandoli a riciclo. Ovviamente bisogna affidarsi ad aziende che usufruiscono di impianti e cave specializzate in questo tipo di trattamenti. Il rischio è quello che il materiale possa finire totalmente in discarica, comportando in primis dei costi di smaltimento nettamente più alti per il produttore e in secondo luogo, questa scelta, risulterebbe sicuramente meno sostenibile a livello ecologico.
Pertanto il consiglio è di affidarsi sempre e solo ad aziende specializzate che possano affiancarvi nell’iter di classificazione e caratterizzazione del rifiuto, vi consiglino il giusto confezionamento e possano recuperare il rifiuto. In questo modo avrete più benefici:
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